De José Nicolás de Azara [Roma] a Giambattista Bodoni [Parma].
Azara, aún convaleciente, manifiesta a Bodoni su pesar y tristeza por la muerte de Paciaudi. Además, solicita al tipógrafo que le confirme si Pagnini ha concluido ya el drama para los desposorios lisboetas, pues el tiempo apremia y la responsabilidad de este retraso recaerá sobre él, Azara, que habrá de rendir cuentas ante su colega Meneses.
Transcripción
Roma, 17 febraro 85.
Amico mio stimatissimo,
1. Se trata de las cartas redactadas en su nombre en 1785-II-09 y 1785-II-10 por, respectivamente, Benito Agüera y
Per i due ordinari precedenti avrà Lei saputo il cattivo stato della mia salute1.
2. Se refiere al fallecimiento del amigo y erudito Paolo Maria Paciaudi, que ya Bodoni le notifica al duque Ferdinando en
Le nuove poi che Lei mi ha mandate collea Sue ultime lettere non sono a proposito per guarirmi. Anzi mi hano trafitto il cuore poiché, benché minaciata e preveduta prossima la morte del nostro amico, non è lo stesso vederlo già estinto e separato da noi eternamente2. L’essere stata repentina la sua morte non la rende agli ochi miei più funesta, bensì più desiderabile. Comunquesiasi, è un male irremediabile e le parole che i vivi impiegano in parlarne sono ben inutili. Io compatisco Lei per mille raggioni e, principalmente, per la solitudine in che si troverà. Madama l’Infanta mi scrive molto afflittab ec sensibile per la perdita che abbiamo fatta.
3. Sobre la celebración de las bodas lisboetas, véase antes 1784-XII-23. La entrega del drama alegórico encargado al padre Pagnini
Io non ho forze né testa per parlare troppo di niente ed scrivo all letto. Per l’amor di Diod, mi disinganni Lei se Pagnini ha fatta la composizione domandatagli per Lisbona. Fidato nella sua promessa io non ho pensato ad altro; il tempo comincia a mancare e per la spensieratezza sua mancherà una festa reale preparata ed anunziata3. Tutta la colpa caderà sopra di me per essermi fidato di lui ed andatolo a cercare lontano, quando qui mi si essibivano cento dozzine di poeti pari a lui. Io confeso a Lei che mai mi è sucesso burla d’eguali consequence.
Desidero a Lei più salute che a me. E sono Suo amico e servitore vero,
Azara.
4. Para más información sobre este intelectual Giuseppe Carletti, natural de Parma, debe consultarse Schluderer 1977,
a Había escrito colla y corrige. b Había empezado a escribir afflig y corrige. c Había escrito una letra que no puedo leer y corrige. d Había escrito Deo y corrige. e Había escrito mi y corrige.
Notas al texto
Datos documentales y bibliográficos
Ubicación
Parma, Biblioteca Palatina, Archivio Bodoni, Lettere ricevute, C. 28, 148.