1793 11 13 AZARA BODONI

Roma, 13 de noviembre de 1793. De José Nicolás de Azara [Roma] a Giambattista Bodoni [Parma].

Azara acusa recibo de su magnífico ejemplar en pergamino de las Opera de Virgilio y refiere que el franciscano Guglielmo della Valle notificó la presencia del otro en la aduana. Transmite la recepción en Madrid del primer tomo de la copia destinada al Rey, que Godoy elogió y que ha mandado encuadernar a Sancha; y también informa sobre la llegada de su propio ejemplar. Comunica que Llaguno consiguió para el tipógrafo el retrasado pago de la pensión, desde el día en que le fue concedida, y le indica que algunos supuestos errores de Arteaga en la corrección de las Opera de Catulo son errores en la estampa y obligarán a reimprimir esos folios. Vaticina que los jesuitas atraídos por el Duque a Parma serán un grupo peligroso y, por último, confirma la recepción de copias del Avviso sobre los clásicos bodonianos, ediciones para las que prevé una gran demanda en Europa.

Roma, 13 novembre 93.

Amico mio stimatissimo,

Ier l’altro arrivò uno dei nostri corrieri arretrati e mi portò la lettera di Lei de 3 corrente colla cassetta contenente il magnifico Virgilio, che ho cominciato a fare vedere e tutti stupiscono della sua bellezza.

Ieri sera arrivò il Padre della Valle e, non essendo io in casa, lasciò detto di aver consegnato in dogana l’altro essemplare, da dove sarà estratto questa istessa mattina. Il Senatore Cattaneo arriverà parimente e non mi secherà molto doppo avermi consegnato il Suo pachetto.

Llaguno mi scrive ch’era arrivato senza disgrazia il primo tomo e che il Duca ne avea fatto un elogio magnifico, ordinando che subito fosse mandato a Madrid a fine che Sancia, famosso legatore, lo ricoprisse per essere presentato al Re. Il secondo essemplare sarà per lui e mi promette su di ciò scrivermi per il corriere prossimo.

Lo stesso Llaguno si è incaricato di mettere in chiaro la di Lei pensione fino dal giorno della grazia. Lui crede che il ritardo de avere datto l’ordine a Genova provenga dal rituale della^a Secretaria di Azienda, dove non spediscono simili ordini senza fargli costare di avere pagata la mezza annata. Ma tutto sarà a questa ora aggiustato.

Ho creduto dovere avvissare Arteaga perché abbia più cura nelle correzioni e gli ho mostrata la lista degli errori scorsi. Per disgrazia, ha trovato fra quegli che lo sono veramente, altri che lo sono diventati nella correzzione e che muttano affatto il senso, e perciò bisogna rifare le pagine. Lui mi dice che lo previene negli istessi fogli. Col mio viaggio di Tivoli mi si è confussa la prima lista che Lei mi mandò, ma la cercherò per vedere se lì fossero dei simili errori.

Lei sia sicura di che il istesso^b che ha chiamati i gesuiti ne sarà la vittima e di che metterano tutta Parma a soquadro. È gente che non fa pace né tregua se non dove commanda, senza opposizione né rivali.

Ho ricevutti i manifesti dei clasici italiani e gli ho distribuiti per fargli conoscere. Io credo però che fuori d’Italia sarà da dove verrano le ricerche, benché questa infame guerra incrudelisce troppo per tutta l’Europa e l’ultimo stato è funesto per ogni dove. Dio ci facia avere pace.

Qui non c’è novità.

Desidero a Lei molta salute e resto Suo vero amico sempre,

Azara.

^a Había escrito di y corrige.     ^b Antes de istesso cancela Signor <…> [quizá Turchi].