1793 03 20 AZARA BODONI

Sommario

Roma, 20 de marzo de 1793. De José Nicolás de Azara [Roma] a Giambattista Bodoni [Parma].

Azara acusa recibo a Bodoni de pruebas del Virgilio, que Visconti corregirá desde su retiro en el campo y desde donde también debe concluir la prefación. Contrasta el carácter disipado de Visconti con el diligente de Arteaga, responsable del Catulo. Adjunta unas correcciones para el Horacio y, por lo que se refiere a la propuesta de Steuart de que Bodoni estampe un Quijote español, Azara disiente porque existe ya la gran edición de Ibarra y las leyes del Reino no admiten libros en español impresos fuera. Notifica también el envío que Arteaga le dirigió al tipógrafo: una carta sobre la reacción a las Osservazioni de Vannetti.

Transcrizione

Amico e padrone stimatissimo,

Lei mi scrive in fretta ed io rispondo senza tempo perché arriva Torino quando ho da spedire il corriere di Spagna. È inpossibile rimandare le prove per il primo, perché non c’è tempo da fare le correzioni fra l’arrivo del’uno e partenza del’altro. E Visconti è di una pigrizia senza eguale: sono molti giorni ch’è in campagna, dove bisogna mandargli i fogli. Mi avea promessa la prefazione per la settimana scorsa e ancora non la vedo. Pare che torni in città oggi e vedrò cosa ha fatta. Il Catullo anderà più lesto perché Arteaga non è tanto dissipato.

Vedo che l’Orazio vaa per la posta e per la posta si essiterà. Non so se la correzione qui acclussa arriverà a tempo. In qualche maniera, è necessaria benché non appartenga alla purità del testo. Ora conosco quanto è difficile fare opere perfette.

Non credo che convenga la stampa del Quixote in spagnuolo, perché bisognarebbe fare qualche cosa di più magnifico dell’edizione di Ibarra ed, in tale caso, la spessa sarebbe enorme, senza speranza di rifarsi perché i spagnuoli si atterrano senpre alla loro edizione con un pretesto o con un altro. A ciò si aggiunge il privilegio e la legge di non ammetereb i libri spagnuoli stampati fuori del regno. Per li altri libri che domanda il Signore Stuart, Lei lo puole servire come vuole.

Arteaga mandò a Lei una lettera sul Conte Vanetti. Io ero di opinione di lasciarlo senza risposta, perché è troppo onorarlo occuparsi di lui. Ma, come molti semidotti leggono le sue rapsodie, credo necessario informare il pubblico, non di che abbia torto o raggione Vanetti di Roveretto, ma del metodo e raggione con cui si stampano i clasici da Bodoni. Io al principio mi ero proposto di trattare il critico roverettano come Monsignore Gaetani, ma mi sono lasciato persuadere dalle raggioni di fare qualche cosa più utile che divertente e Arteaga si è assunta la fatica di farla. C’era in verità gran materia per metterlo in ridicolo.

Lei si conservi e mi creda sempre Suo,

Azara.

Roma, 20 marzo 93.

 

a Antes de va escribe n y no cancela.     b Había empezado a escribir ammee y corrige.

Note al testo

Dati documentali e bibliografici

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