1785 03 10 AZARA BODONI

Sommario

Roma, 10 de marzo de 1785.

De José Nicolás de Azara [Roma] a Giambattista Bodoni [Parma].

Azara comunica a Bodoni que, dada la tardanza, el embajador Fernán Núñez prescindirá de la cantata de Pagnini para las nupcias de los infantes en Lisboa y, pese todo, José Nicolás adjunta una suma para pagar los servicios del poeta.

Transcrizione

Roma, 10 marzo 85.

Amico mio stimatissimo,

Contesto alla di Lei lettera de 23 di febbraio una settimana tardi perché i corrieri arrivano così. Mi rallegro della salute che Lei gode. La mia non va peggio, ma il reuma ai reni continua ancora, benché alquanto mitigato. So che per queste cose ci vuole molto tempo prima di liberarsene e così mi sono messa l’anima in pace. Quando potrò uscire da Roma per alcuni giorni, guariró infalibilmente.

Lasciamo da parte il buon Fratte Pagnini, giaché l’inquietarsi non serve di niente. La sua cantata non servirà più perché arriverà tardi. Ho lettera giusto per quest’ordinario dall’Imbasciatore, il quale mi dice che le cantate comessemi non arriverano più a tempo a motivo di che nell’incertezza ha bisognato decidersi per altre feste, domandando un partito preventivo i preparativi ed essendo grande la scarsezza de mezzi in Lisbona; e questo me lo dice l’Ambasciatore molte settimane prima di ricevere le nostre poesie. Contuttociò, bisogna che Apollo sia grattificato, se non pagato, dalle sue fatiche e così prego Lei di consegnare all Padre Pagnini i 20 zechini che Lei troverà qui annessi, domandandogli mille perdoni della tenuità della mancia pegasea. Senza maritarmi e senza dare feste, tocca a me pagare i versi inutili.

Riguardo al quadro tizianesco, Lei facia ciò che gli piacia con più libertà che se fosse cosa Sua propia, poiché, come ho detto varie volte, mi è indiferente il rischio.

Sea a Lei non serve il Gersone de 473, gli sarò obbligatissimob dell regalo per unirlo a’ molti altri libri di quell genere che ho raccolti e che sarebbero in più numero se non ne avessi regalati molti una volta all Papa. E forse quegli che ho adesso anderano ancora a finire là.

Compatisco il povero Sacco se è morto di pena e di rancore. Purtroppi [sic] sono i mezzi che ha la natura per espedirci da questa vita senza che noi faciamo dei nuovi.

Rimando i fogli di Teuli.

Qui non abbiamo ancora Secretario di Stato, ma credo che presto ci farà il Papa questo regalo.

Mi scordavo di un tratto di essatezza dell Pagnini. Quindici giorni fa mi mandò la prima parte della sua cantata e le aria della seconda, promettendomi il recitativo per il primo ordinario. Ancora l’aspetto.

Desidero a Lei buona salute. E mi rassegno Suo amico sempre,

Azara.

 

a Había escrito so y corrige.     b Había escrito obbligato y corrige.

Note al testo

Dati documentali e bibliografici

  • Ubicazione

    Parma, Biblioteca Palatina, Archivio Bodoni, Lettere ricevute, C. 28, 151.

  • Descrizione

    Pliego de 2 h. de 230 × 185 mm. Autógrafa.

  • Edizione

    Noelia López Souto

  • Altre edizioni

    Ciavarella 1979, I, 106.

  • Altra bibliografia citata Cirillo 2014; Gerson 1473; Prudentius 1788a; Sánchez Espinosa 1997; Vigara Zafra 2016;
  • Citazione
    Lettera da José Nicolás de Azara a Giambattista Bodoni del 1785-03-10, ed. Noelia López Souto, nella Biblioteca Bodoni [<http://212.128.132.100/it/lettera/1785-03-10-azara-bodoni?id=393> Richiesta: 07/giu/2025].
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