1782 07 18 AZARA PACIAUDI

Sommario

18 luglio 1782.

Da José Nicolás de Azara [Roma] a Paolo Maria Paciaudi [Parma].

Si compiace del miglioramento dello stato di salute di Paciaudi. La sua non migliora. Si lamenta della prepotenza di Modena in accordo con tutti gli stati filoaustriaci. Alla fine, è stato ritrovato il libro richiesto a Napoli. Della Oración di Jovellanos non dovrà più occuparsene.

    Transcrizione

    Roma, 18 julio 82.

    Amico mio carissimo,

    L’ordinario scorso arrivò tardi per puoter rispondere alla Vostra lettera. Ebbi però gran gusto in vedere che la Vostra salute si va rimettendo, e che la vista vi serve per scrivere e per lavorare. L’aria della campagna ed il riposo vi gioveranno più che tutti i rimedi. Io sono libero di febbre, ma le forze ritornano molto adagio e non posso ricuperare l’apetito. Ho fatto ancora una scapata di due giorni ad Albano, che mi a fatto del bene.

    • 1. A la sazón, el cardenal Lazzaro Opizio Pallavicini, que tendría el cargo hasta su muerte en 1785.
    • 2. Se referirá al Canciller del emperador José II Wenzel Anton Kaunitz-Rietberg, Conde y Príncipe de Kaunitz, que dictaba la política
    La prepotenza di Modena è iniqua, ma non mi sorprende, perché vedo che queste cose diventano moda in un secolo dove si vuole che tutto sia ragione, ea si mette in prattica come principio lo spogliare i sudditi delle loro propietà. Il Secretario di Stato1 mi a raccontate tutte le circostanze dell vostro caso di Modena. Il pover uomo piange e non vede riparo alla tempesta, mentre il gran Maestro di cappella di Vienna da il tuono agli altri cantanti subalterni2. Toscana e Napoli fanno l’echo, etc.

    • 3. Así en el texto. Teniendo en cuenta el tratamiento que Azara da a Paciaudi, lo lógico sería otra forma verbal.
    Ho scrito varie volte a Napoli per fare cercare il libro che mi domandasti3, il quale dev’essere tanto sconosciuto, che in molto tempo non si è potuto trovare. Finalmente l’abbiammo, e l’aspetto in questa settimana. Subito ch’arrivi ve lo spedirò.

    Non occorre parlare più della benedetta Orazione di Jovellanos. Sono quindici giorni che scrissi ad Agüera e a Bodoni che non se ne facesse più niente, e gli dissi la condotta che dovean seguire. Ricordatevi che fin dall principio io disaprovai la traduzione di una simil sciochezza, e non dissi tutto il disprezzo ch’io ne concepì per non parere animato contro di essa e contro l’autore, dell quale ne ho molta stima per altre cose che per le arti.

    Non è possibile dilungarmi di più, perché la testa non rege. Vi desidero buona salute, e resto sempre vostro vero amico di cuore.

    Azara.

    Ricevo in questo punto la vostra de’ 10, e non ho niente da agiungere. 


     a Había escrito si y corrige.

      Note al testo

      Dati documentali e bibliografici

      • Ubicazione

        Parma, Biblioteca Palatina, Carteggio parmense, Paciaudi, C. 66.

      • Descrizione

        Bifoglio di 210 × 160 mm. Lettera autografa.

      • Edizione

        Pedro M. Cátedra

        Revisione

        Alberta Pettoello

      • Altre edizioni

        Cátedra 2012 [2013], 41-42, nº. VI.

      • Bibliografia specifica

        Cátedra 2012 [2013]; Cátedra 2013a, 44-67.

      • Citazione Cita questo documento

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