1789 07 29 AZARA BODONI

Summary

Roma, 29 de julio de 1789.

De José Nicolás de Azara [Roma] a Giambattista Bodoni [Parma].

Azara critica el caos que rodea a la oración In funere Carolo III de Ridolfi, que no ha sido recibida aún en Roma y que causa el retardo de las exequias por Carlos III, a más del deterioro del aparato levantado en San Giacomo. Acepta que Bodoni utilice su dirección para enviar los libros de Ridolfi y considera excesivo haber encargado una segunda versión italiana de su Elogio funebre. Expresa también su interés por comenzar la estampa del Horacio, siguiendo la edición de Baskerville o de Iani, propone que se realicen cuatro emisiones del libro en pergamino, afirma que él costeará todo y revela su intención de dedicar esta obra a José Moñino, conde de Floridablanca.

Transcription

Roma, 29 luglio 89.

Amico mio stimatissimo,

Secondo la confussione che regna fra Lei e Monsieur Ridolfi, la decantata orazione sarà in ordine per l’anno venturo. Si aspettavano qui in questa settimana gli essemplari promessi da Lei per il procacio e non si è vedutto niente. Credevamo tutti finito l’affare e vedo che loro signori si divertono ancora in consulti della stampa, delle legature e della maniera di fare capitare gli essemplaria in Roma. Questo mi pare fare e poi pensare. Se non si trattasse che di pubblicare un’opera, niente importava, ma questo ritardo ha molte altre conseguenze cattive. Rende in primo loco ridicolo il funerale papalino doppo quasi un anno che morì Carlo III –in Spagna non intendono che per una sciocca orazione vi possa essere tanto ritardo– e finalmente ritarda me, che da tanto tempo sono pronto per il mio funerale con una spessa furiosa, che cresce ogni giorno, e che, sopravenutte delle pioggie in questi giorni, mi hano guastato tutto quell apparatto ch’è esposto al’aria. Finimola dunque, per l’amor di Dio.

Il pensare al mio corriere è un ripiego di questo sciocco, che gliel’ho detto cento volte. Al più che potrebbe portare sarebbero sei u otto essemplari per settimana e, bisognandosene 200 almeno per il giorno della cappella, Lei vede che arrivaremmo all’anno 90. Gli mandi dunque in tanta malora Lei la sua orazione, in un modo o in un altro, ed usciamone una volta.

Troppa importanza da Lei alla mia orazione, che in sostanza non è che un abbozzo di elogio, parlando senza ipocrisia. Una volta che un uomo abile l’avea tradotta, bisognava contentarsene, poiché da tanti consulti non ne risulterà che confussione.

Riguardo al’Orazio, nessuno al mondo ne desidera l’essecuzione quanto che me. Si facia dunque tutto a spesse mie. Lo voglio dedicare al mio amico Mognino. Si stampino quatro essemplari in cartapecora, tre per me ed uno per Lei, ed in carta il numero che Lei crederà, anche per vendere al pubblico doppo quegli essemplari che mi bisognano per dare ai miei amici. Credo che il testo di Baskerville sia quello di Talbot dell’edizioneb di Cambridge, ch’io diedi a Lei e non ha nessun errore tipografico; la stessa edizione fu copiata dal Pine in rame. C’è anche quella del’Iani, che potrebbe seguitarsi. Per maggiore essatezza veda Lei se comverrebbe mandare i fogli a noi almeno prima di tirarli. Le cartepecore spero averle pronte per la prossima settimana.

La prego di ringraziare il Signore Conte Ventura della memoria che ha per me e di salutarlo molto da parte mia.

Lei mi conservi la Sua amicizia.

E mi creda sempre Suo buon amico e servitore,

Azara.

 

 aAntes de essemplari cancela un reiterado gli     bHabía escrito dela y corrige.

 

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