1788 08 06 AZARA BODONI

Roma, 6 de agosto de 1788.

De José Nicolás de Azara [Roma] a Giambattista Bodoni [Parma].

Azara acusa recibo de doce copias de las Osservazioni, que agradece, pues se trata de una obra deseada por eruditos y amantes de las bellas ediciones. Refiere la polémica en torno al profetismo de Pedralbes, promovida por los jesuitas, y manifiesta su deseo de ver al amigo en Roma cuando mitiguen las temperaturas.

Roma, 6 agosto 88.

Amico mio stimatissimo,

Con una anticipazione mai vedutta è arrivatto il corriere di Spagna e mi ha portata la di Lei lettera de 26 di luglio con dodici essemplari^a della dissertazione viscontina, di che ne rendo a Lei mille ringraziamenti mentre ne attendo degli altri, perché questa operetta è molto desideratta dagli eruditi e dai dilettanti di belle edizioni. Il Sommo Ierarca già me ne ha fatto un elogio interminabile.

Il Profetta canonici [sic] s’intenderà di aquistare manoscritti, ma non di vaticini. Tutti i suoi sodali sono pieni della loro resurrezione in Spagna il giorno di San Ignazio e ci hano apestato colla loro profezia. Io però, che non mi pico di discendere d’Arone, gli predico^b che quel giorno, poco più poco meno, li sarà stato datto il colpo più confermativo della loro morte.

Mi pare mill’anni che il tempo rinfreschi per vedere a Lei in viaggio e puoterlo abbraciare. Finora non è cosa di mettersi in camino né di esporsi alla nostra intemperie, come fece malamente l’amico Obach, che è stato per lasciare la pelle.

Qui non abbiamo novità. L’affare della chinea pare sopito, ma non lo è in realtà.

Lei si conservi. E mi creda sempre Suo vero amico e servitore,

Azara.

^a Había escrito essemplare y corrige.     ^b gli predico añadido entre líneas.