1788 04 30 AZARA BODONI

Roma, 30 de abril de 1788.

De José Nicolás de Azara [Roma] a Giambattista Bodoni [Parma].

Azara acepta con tranquilidad la demora de Bodoni con la estampa de las Osservazioni de Visconti porque hasta el presente correo no ha podido adjuntarle los dos grabados de Cecchini, cuya realización también se había retardado. Apremia al tipógrafo, sin embargo, sobre la conclusión del Prudencio, pues le asegura que es una publicación muy esperada y que superará a las anteriores del autor, entre ellas a la clásica y pésima edición del jesuita Stephanus Chamillard.

Roma, 30 aprile 88.

Amico mio stimatissimo,

Alla di Lei lettera di 26 ho pochissimo^a da rispondere, perché il tempo non è eguale alla voglia.

Non mi lagno del ritardo della stampa della dissertazione dei mosaici perché non è poi cosa tanto importante e, quando Lei l’avesse avanzata, i rami l’avrebbero trattenuta fino ad oggi, ch’è finalmente eccoli qui perché Lei li facia tirare a modo Suo. L’incisione non è del tutto cattiva, ma i disegni erano molto meglio.

Capisco la necessità di aspettare li essemplari del Prudenzio, ma sapia Lei che l’impazienza con che molti l’attendono è incredibile. Tra i clasici avrà il primo luogo e farà scordare i[l] Chamillard, che non si sa perché era ricercato se non perché il gesuitismo non ammetteva merito fuori del suo corpo. Infatti, questo loiolita spagnuolo vuole andare avanti colla sua edizione, il di cui proggetto è miserabile e la parte tipografica farà pietà. Non ha vedutta l’edizione bodoniana e già l’ha condannatta. È gran fortuna avere tali avversari.

Dove siamo del viaggio di Roma? Il letto qui è pronto ed aspetta.

Sono di Lei sempre,

Azara.

 ^a Había escrito poquissimo y corrige.