1782 09 19 AZARA BODONI

Resumen

Roma, 19 de septiembre de 1782.

De José Nicolás de Azara [Roma] a Giambattista Bodoni [Parma].

Azara comunica a Bodoni que todas sus letras de cambio han sido pagadas. Notifica también que hoy le envió por medio de Agüera el manuscrito de la Introduzione alla Storia Naturale de Bowles y le recuerda la idea de estampar esta edición sin mayúsculas, creando una igualdad que le resulta atractiva y que podrían experimentar con este libro. Por último, saluda a Paciaudi y da cuenta del envío a Venecia de la réplica a Ratti.

Transcripción

Roma, 19 settembre 82.

Amico mio stimatissimo,

Mentre arriva il nostro corriere, che comincia a tardare, scrivo a Lei due righe per avvisargli essermi capitate tutte le Sue cambiali fino alla consaputa somma de 6200# e che sono state soddisfate con pontualità, come Lei avrà avuto riscontro dai Suoi corrispondenti. E così questo negocio resta terminato felicemente.

Oggi a 15 mandai a Lei per mezzo del amico Agüera il manoscritto della storia naturale di Spagna. Su di ciò non starò a ripetere ciò che già gli scrissi; cioè che Lei ne facia ciò che gli piacia. Solamente mi occorre ricordare a Lei l’idea, che un’altravolta gli comunicai. e che Lei non mi approvò allora, di abolire le tante maiuscole che agli ochi miei fanno una brutta comparsa e che, a parer mio, sono introdotte dall goticismo nei libri, deturpando la bellezza delle faciate e l’uguaglianza delle righe. Si metta dunque una maiuscola al principio di ogni paragrafo e si aboliscano da tutto il resto, lasciando però ben distinti e neti i punti.

Io so che stampando coi stessi caratteri una faciata in italiano ed un’altra in latino, questa pare al doppio più bella unicamente per la quantità de M frequente in quell’idioma e la scarsezza di lettere di gambe lunghe di che abbondanno le nostre lingue. E poi, che raggione o che privilegio ha una parola più che un’altra per farla più grande né più picola. Un precettore nostro diceva che la parola «Gamba», per essempio, quando significava gamba di un animale piccolo si dovea scrivere con g piccola e quando di uno grande, come vacina, con G grande; e si era di elefante, ancor più gigantesca. So che il costume è contro la mia opinione, ma questo signore non mi governarà mai. Finalmente poco si rischiarebbe di farne una prova in un libracio come il mio. Vostra Signoria lo facia o non lo facia, niente importa; basta che veda della mia debbolezza di stomacho che non puole digerire quegli alti e bassi, né il torto che si fa al’ultima lettera di un periodo, che ha tanto diritto per essere grande quantoa la prima.

Desidero che Lei stia bene. Mi saluti il nostro Paciaudi, se ancora è a Parma.

E mi creda sempre Suo buon amico e servitore,

Azara.

In questo punto arriva il corriere colla di Lei de 14. Mi rincresce il cattarro e bisogna aversi cura.

Il Ratti zoppo avrà la sua medicina, ma non quale la meritava. Già l’ho mandata a Venezia.

 

a Había empezado a escribir cu y corrige.

 

Notas al texto

Datos documentales y bibliográficos

  • Ubicación

    Parma, Biblioteca Palatina, Archivio Bodoni, Lettere ricevute, C. 28, 102.   

  • Descripción

    Pliego de 2 h. de c. 240 × 180 mm. Autógrafa.

  • Edición

    Noelia López Souto

  • Otras ediciones

    Ciavarella 1979, I, 65-66.

  • Otra bibliografía citada Bowles 1783; López Souto 2017d; López Souto 2018d; López Souto 2019a; Ratti 1781;
  • Cita
    Carta de José Nicolás de Azara a Giambattista Bodoni de 1782-09-19, ed. Noelia López Souto, en Biblioteca Bodoni [<http://212.128.132.100/carta/1782-09-19-azara-bodoni> Consulta: 08/06/2025].
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